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Giovedì, 26 Ottobre 2017 02:00

#Aforismi: alcune battute umoristiche di #Jacovitti

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un signorone paffutello con i capelli cortissimi bianchi e un enorme sigaro acceso in bocca

Benito Jacovitti (Benito Franco Giuseppe Jacovitti)

(Termoli, 9 marzo 1923 – Roma, 3 dicembre 1997)
È stato un grande fumettista italiano.

Aforismi di Benito Jacovitti

  • Io sono un clown, un pagliaccio. Sono orgoglioso di essere un pagliaccio. Sono un matto.
  • Qualcuno brontolò perché, per esempio nelle storie western, c'era qualche ammazzamento. Ma sarà violenza quella in cui il morto fa un paio di capriole, entra nella cassa e cammina per il cimitero con mani e piedi che gli escono dai legni?
  • Siamo nella seconda metà del secolo scorso e le vicende del nostro si svolgono nel leggendario far west. Arizona? Texas? Colorado? Fate voi, ragazzi. L'essenziale è che sia far west!
  • A sei anni gli scrissi una lettera. "Caro duce, io mi chiamo come te. Quando tu morirai io prenderò il tuo posto". Mi rispose: "Stai tranquillo, io vivrò a lungo".
  • Io a sessantanove anni mi vedo sempre uguale allo specchio, come a sedici anni. Sono gli altri che mi vedono con i capelli bianchi.
  • Una battuta ha bisogno del disegno, a volte può essere anche muta.
  • Non so raccontare e un vignettista non può ripetersi, io devo fare ogni giorno una battuta nuova. I comici dicono la barzelletta per sei mesi, io non mi ricordo...
  • In quegli anni in Italia siamo capitati in piena Svezia senza avere una adeguata educazione sessuale. Oscenità sulle televisioni private, nelle edicole... albetti pornografici su Biancaneve, Cappuccetto Rosso... e io prendevo in giro il sesso facendo per esempio gli uomini col pene a forma di rubinetto, le donne con tre seni..
  • Cosare è tutto, oggi: dalle tangenti, alla mafia, alla ndrangheta, la sacra rota… come si chiama quella delle puglie... La volgarità, l'incomprensione, l'inimicizia, l'odio che c'è tra le persone… Tutte le cose che vorrei io: che il mondo fosse più tranquillo. Quindi: vietato cosare.
  • Tocca a tutti. Mi fa sorridere il fatto che debbano morire anche quelli che hanno molti miliardi.
  • Ho inventato anche delle espressioni similonomatopeiche diverse da quelle delle strisce americane: gulp, sob, sdeng. Per uno schiaffone io metto: Schiaffffon. Oppure: Cazzotttton.
  • Non amo la satira che fa sghignazzare. Amo l'umorismo che fa ridere, e deve far ridere tutti. Non mi piacciono le vignette fatte di scarabocchi che basano tutto sulla battuta.
  • Ero caduto in un braciere e mi ero bruciato le braccia. Ebbene fui curato da alcune donne, delle specie di fattucchiere, con la piscia mista a terra messa sulle scottature. E... guarii!“
  • Avevo sedici anni e studiavo. Per disegnare le strisce mi alzavo alle quattro del mattino.

una striscia il becchino porta un morto nella cassa, Cocco Bill fa roteare la pistola fumante, il padrone del saloon dice: straniero qui c'è uno sceriffo che non scerza

Letto 4919 volte Ultima modifica il Giovedì, 26 Ottobre 2017 18:44
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