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Giovedì, 15 Settembre 2016 02:00

Conosci il significato di [sorriso arcaico]?

Scritto da  Cristina Carbone
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un volto di donna greco in marmo bianco

Il visitatore di un qualunque museo archeologico, che abbia dedicato all'interminabile serie di vasi e cocci decorati a figure nere su fondo rosso -quelli cioè risalenti alle età antecedenti il 480 avanti Cristo- qualche minuto oltre quello strettamente necessario per un'occhiata distratta, si è forse stupito di veder sorridere le labbra di guerrieri che si affrontano in duello o di eroi che celebrano i riti funebri dei propri compagni o di atleti tesi a raggiungere la vittoria nelle gare. Lo stesso visitatore attento avrà notato che anche nella statuaria della stessa età il giovane «kouros» scolpito nella pietra colla gamba sinistra leggermente avanzata sulla destra, le braccia aderenti al corpo e i pugni chiusi, come pure la fanciulla «kore» la cui veste aderisce al corpo con una serie di pieghe verticali del tutto simili alle scanalature delle colonne del tempio, hanno sulle labbra l'identico sorriso.

Il sorriso arcaico

Ma quello che a noi appare come un sorriso è in realtà un'ingenua soluzione tecnica per raffigurare su di un unico piano la curvatura delle labbra che richiederebbe, invece, l'utilizzo di piani diversi. La statua, il bassorilievo, il vaso sono pensati ed eseguiti per una visione frontale; all'artista pur ricco di vivace fantasia e creatività nonché di abilità manuale nell'utilizzare gli strumenti atti a tradurla in immagine visiva, manca tuttavia la prospettiva spaziale. Per chi si chiedesse se tale interpretazione è davvero quella corretta e non si tratti invece di una precisa scelta degli artisti, la prova a sostegno viene dal fatto che anche gli occhi sono scolpiti o dipinti allo stesso modo: difficile credere che i Greci volessero raffigurare i loro dei e i loro eroi con gli occhi a mandorla, della cui reale esistenza in altri tipi etnici verosimilmente non avevano alcuna notizia. E tuttavia è innegabile che, al di là della spiegazione tecnica, il "sorriso arcaico" sconfina in una sfera estranea alla tecnica: le figure sorridono da un loro mondo ieratico, arcano, la cui realtà è nota a loro ma infinitamente lontana, non accessibile all'osservatore ancorato al mondo concreto dell'esperienza.


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