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Che vuol dire?

Che vuol dire?

Il dizionario della lingua italiana è costituito da più di 160.000 parole (con quelle tecniche e di ambiti specialistici si sale ad oltre 250.000 parole); una tale ricchezza di contenuti permette di classificare le parole in base a differenti criteri tra cui quello legato alla difficoltà di comprensione. Una parola difficile è un termine particolarmente complicato che mette alla prova la bravura e la cultura di chi tenta di individuarla.

Questa rubrica darà soddisfazione ai tuoi dubbi sulle parole difficili o insolite. Inviaci una richiesta specifica, la risposta sarà pubblicata.

Dovìzia

Dal latino: divitia = ricchezza
Grande abbondanza: quell’anno ci fu dovizia di frutta; in tempo di dovizia; provare con dovizia di
argomenti, di particolari.
Sinonimi: abbondanza, copia, esuberanza, gran quantità, profusione.

Acrofobìa

Dal greco: àkron = cima, sommità - e phòbos = paura.

Nel linguaggio medico, forma di fobia che si manifesta nell’affacciarsi da un luogo elevato, e consiste nel timore ossessivo di cadere o subire la tentazione di lanciarsi nel vuoto.
Fra i sintomi somatici più comuni vi sono la tachicardia, i tremori, la sudorazione eccessiva. I sintomi psichici includono diverse manifestazioni ansiose, ma possono arrivare attacchi di panico e perfino situazioni di tipo dissociativo nei casi più gravi.
Nell'individuo con acrofobia questi sintomi si possono manifestare quando si trova nella situazione specifica, cioè in un luogo elevato come un ascensore, un balcone, la sommità di un rilievo.

Prammàtica

Dal greco: pragmatiké = che si riferisce alla trattazione degli affari; da pragma/prasso/pratto= tratto affari.

  • Nome con cui, per abbreviazione di prammatica sanzione sono indicate, nel linguaggio giuridico del passato e negli storici del diritto, leggi (o editti o decreti) di emanazione regia su determinati oggetti, per esempio in materia costituzionale, o tendenti a regolare comportamenti pubblici (come, in Toscana, le leggi suntuarie): credono che il primo passo per rianimare il commercio sia promulgare leggi, ossia prammatiche per annientare il lusso (P. Verri); È del 1777 una prammatica che prometteva tre anni di galera a chi leggesse Voltaire (Carducci).
  • Per estensione, si riferisce ad una consuetudine: ho dovuto ascoltare i soliti discorsi di prassi in queste situazioni; mi ha negato il permesso, come di prassi, com’è sua consuetudine; un tempo al Teatro dell’Opera era di prassi l’abito da sera.

 

Propalare

Dal latino: palam = palesemente; con prefisso "pro" (in questo caso "allo scopo di").

Divulgare, rendere noto, far conoscere in giro, soprattutto cose riservate e che dovrebbero rimanere nascoste: propalare una notizia, un segreto, un pettegolezzo. Oggi prende un senso negativo di cose non vere, una menzogna.

Pragmàtico

Dal greco: pragmaticòs = attinente ai fatti; da pragma-atòs =cosa, fatto.

  • Riguarda prevalentemente l’attività pratica, l’azione; caratterizzato dal prevalere degli interessi pratici su quelli teoretici e sui valori ideali: si dice avere un atteggiamento pragmatico e realistico; ha sempre avuto una visione pragmatica della vita. Anche come sostantivo, riferito a persona: è un pragmatico interessato soprattutto alla soluzione dei problemi concreti; nell’opinione comune gli americani sono considerati dei pragmatici.

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