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Giovedì, 18 Giugno 2015 02:00

#Gratta e #perdi: ecco perché non si vince mai

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Gratta e perdi: ecco perché non si vince mai

La passione degli italiani per il gioco d'azzardo ha radici molto solide. Magari non siamo ancora come gli inglesi, capaci di scommettere perfino sull'esistenza del mostro di Loch Ness o della vita su Marte, ma sfidare la fortuna è una delle nostre peculiarità. E lo dimostrano i numeri.

L'Italia è il mercato del gioco d'azzardo più ampio d'Europa, in termini di spesa pro-capite, e il terzo del mondo, alle spalle di Singapore e Australia. Il fatturato di questo settore, che è la terza industria del Paese, è passato, secondo i dati dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, dai 14,3 miliardi del 2000 agli 80 miliardi del 2011. A questi bisogna aggiungere i miliardi di euro, 14 in base ai calcoli di NetBetCasino.it e LivePartners, provenienti dai giochi sul web. E lo Stato naturalmente sorride. Solo nel 2012 grazie al gioco d'azzardo sono entrati nelle sue casse 8,5 miliardi di euro di tasse.

L'altra faccia della medaglia è il calice amaro di chi ha dipendenza da gioco. Nel nostro Paese sarebbero circa 800mila persone a soffrire di questa patologia. Una cifra probabilmente destinata a crescere. In tempi di crisi, infatti, l'azzardo è sempre più visto come la strada più breve per risolvere i proprio problemi economici e ritrovare la felicità. Anche per questo stanno nascendo iniziative, per sensibilizzare soprattutto i giovani, i disoccupati e i pensionati, le categorie più a rischio, ad un approccio più consapevole al gioco. Sociologi e psicologi, ma anche matematici, cercano di illustrare quali sono i metodi e le ragioni, anche scientifiche, per non cadere in un vizio, che può distruggere la vita di un individuo e della sua famiglia. Spesso senza nemmeno uscire di casa.

Ma quali sono i giochi d'azzardo più diffusi in Italia? E le reali probabilità di vincere? Al primo posto c'è sicuramente il Gratta e vinci. I tagliandini della fortuna, con la superficie nascosta da una parte argentata o dorata da grattare nella speranza della combinazione vincente, sono una vera forza della natura. Nato nel 1994 come lotteria istantanea e rinnovato dieci anni dopo, il Gratta e vinci ha incassato 9,3 miliardi e distribuito premi per 6,4 miliardi soltanto nel 2012 . I tagliandini, che costano da un euro fino ai 20 del Maxi Miliardario, si trovano ormai in centinaia di migliaia di bar, tabacchi, edicole e autogrill di tutta la Penisola. Ad ingolosire gli italiani sono le differenti vincite, che vanno dal recupero dell'importo minimo speso fino a 5 milioni di euro. In mezzo c'è la disperazione degli illusi. Molti di essi, probabilmente, non sanno che su circa 30 milioni di biglietti stampati, 11 milioni sono quelli vincenti. Di questi, però, il 90 per cento concede il tempo di un sorriso da 5-10 euro. Mentre la probabilità di conquistare 500mila euro è di 1 su 6 milioni.

Vincere facile, per parafrasare lo slogan televisivo che accompagna gli spot dei Gratta e vinci, insomma, è un'espressione con poche basi matematiche. Da un lato, infatti, i Monopoli di Stato affermano che la probabilità di vincita delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea, appunto i cosiddetti "Gratta e Vinci", è di 1 su 3,60. L'ente pubblico aggiunge anche che il valore complessivo medio della restituzione in vincite è pari al 73 per cento circa dell'incasso. Dall'altro, però, la realtà è piuttosto diversa. Recentemente la rivista "Il Salvagente" ha pubblicato le probabilità di vittoria totali, quelle per ogni categoria di premi e le probabilità di pareggio (ossia quelle di vincere un premio equivalente alla somma pagata) di 15 gratta e vinci. Ebbene le prime sono piuttosto basse. Si oscilla dal 18,32 per cento di probabilità di vittoria di Colpo Vincente, che ha un prezzo di 10 euro a biglietto all'8,30 per cento di Oroscopo, che costa 2 euro ogni tagliando. Anche le percentuali di restituzione ai giocatori di quanto investito sono sensibilmente basse: dall'85, 06 per cento del Maxi Miliardario al 63, 36 dell'Oroscopo. Peraltro questi dati non comprendono solo i premi che gli acquirenti si mettono in tasca, ma anche il cosiddetto pareggio. Quest'ultima eventualità è la più frequente. Non si tratta di una vera vincita visto che il giocatore normalmente reinveste subito il premio uguale alla spessa appena effettuata per comprare un altro biglietto. E spesso finisce per perdere tutto.

Altro gioco, stessa storia. Nel capitolo delle lotterie nazionali ad estrazione differita, la Lotteria Italia, ha sempre avuto un fascino particolare. Anche quest'anno, con l'estrazione dei premi principale il giorno della Befana in diretta televisiva, è stato così. Certo l'ultima edizione ha fatto registrare un calo di vendita dei biglietti del 13 per cento per un totale di circa 7 milioni di tagliandi venduti. E' lontana l'età dell'oro della Lotteria Italia, gli anni a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, quando si riuscivano a vendere 30 milioni di biglietti ad edizione, sino al record del 1988 quando i tagliandi venduti furono 37,4 milioni. I gratta e vinci hanno sicuramente conquistato importanti fette di mercato. Eppure, anche nel 2012, sono stati venduti un biglietto ogni 6 persone adulte. E i premi della Lotteria Italia complessivamente ammontavano, comunque, a 28 milioni di euro. A partire da quello più importante, 5 milioni di euro, venduto a Modena. Ma quante sono le probabilità di avere uno dei biglietti vincenti? Se avete acquistato il vostro tagliando a Roma ne avete qualcuna in più. Alla Capitale, infatti, sono andati ben sette primi premi nelle ultime 16 edizioni della Lotteria Italia. E anche quest'anno la Città Eterna ha sorriso con il sesto biglietto di prima categoria, quello da 250mila euro. Se, invece, abitate nel resto d'Italia le vostre probabilità, secondo i Monopoli di Stato, sono 1 su 3/4.

In Italia il tema gioco-fortuna è stato declinato in tante altre varianti. Una delle più diffuse è il Bingo che, importato dalla Spagna, ha avuto inizialmente grande successo tra gli scommettitori italiani. La formula, molto simile a un gioco tradizionale del nostro Paese come la tombola, ha convinto subito un pubblico piuttosto trasversale, ma tendenzialmente non i giovani. E così, dopo il boom dei primi anni, cifre alla mano, il ricavo mensile medio nelle sale, aggiornato al dicembre 2012 è stato di 140 milioni di euro, contro i 154 milioni registrati nel dicembre 2011. Mentre gli operatori sperano in una ripresa, dovuta anche allo sbarco del gioco nel mondo virtuale di Internet, anche nel caso del Bingo sognare una vincita non è così scontato. La probabilità, infatti, è legata al numero di cartelle vendute per ogni partita. Il montepremi è pari ad almeno il 70 per cento dell'importo delle cartelle vendute. Sicuramente avete più chance di esultare rispetto ad altri passatempo d'azzardo, anche più diffusi. Basti pensare al SuperEnalotto e SiVinceTutto, dove si centra il 6 in un caso su 622.614.630, Eurojackpot, una possibilità su 59.325.280 di centrare il 5+2, lo storico e un po' decaduto Totocalcio, una probabilità su 4.782.969 di centrare il 14 e il sempre in voga Lotto dove, al di là della scaramanzia, c'è una chance su 43.949.268 di indovinare una cinquina con 5 numeri giocati e una su 400,5 di fare festa per un ambo con 2 numeri giocati.

Se, poi, volete buttarvi sui giochi di abilità e i giochi di carte, avete sicuramente molte più possibilità di gioire. Ma si alza anche la posta in palio. Queste attività, quando sono organizzate in forma di torneo, garantiscono una percentuale delle somme giocate destinate alle vincite non inferiore all'80 per cento. Ma la probabilità di successo in un dato torneo è data dal numero di premi diviso il numero di partecipanti. Se, invece, si tratta di giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo, i cosiddetti cash game, la percentuale delle somme giocate destinate alle vincite non può essere inferiore al 90 per cento. La probabilità per ciascuna mano di gioco è data da 1 diviso il numero di partecipanti alla mano stessa. In questo caso si parla del poker allo stato puro, come il No Limit Hold'em, ormai molto praticato anche on line. Non c'è costo di iscrizione e i bui non salgono come nei tornei, ma restano invariati per tutto il tempo. Per i giocatori di cashgame, la tassazione è al 20 per cento del cosiddetto 'rake', cioè la percentuale che la poker room trattiene per sé da ogni piatto giocato in una mano.

Per quanto riguarda i giochi di abilità o "skill games", la pratica è solo su siti on line gestiti da soggetti concessionari dei Monopoli. Le vincite sono esentasse. E' un mercato in costante crescita con cifre ormai ragguardevoli a diversi zero. Anche in questo caso la percentuale delle somme giocate destinate alle vincite non può essere inferiore al 90 per cento. In questo settore i premi sono qualcosa in più di una speranza. Ma, sempre più spesso, questo tipo di giochi è oggetto di attenzione da parte della criminalità organizzata. E allora forse è meglio limitarsi a tentare la fortuna.

Letto 7893 volte Ultima modifica il Mercoledì, 17 Giugno 2015 23:26
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