Stampa questa pagina
Martedì, 25 Novembre 2014 02:00

#Donna: Da violenza domestica a mobbing familiare facile da definire difficile da dimostrare

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

una donna vessata di fronte un uomo con il megafono

Una volta si chiamava genericamente Violenza, oggi c'è il termine più moderno di Mobbing, ma non ci convince e poco sembra essere cambiato. La sua definizione è semplice, basta riferirsi a Leymann e Gustavson, che descrivono il fenomeno come una persistente e continua svalutazione psicologica della vittima designata, mediante la messa in atto di comportamenti prepotenti, coercitivi e vessatori, finalizzati a rendere fragile e manipolabile la sua intera persona.

Il difficile è dimostrare. La vittima capisce... ma per vari motivi non riesce a spiegarsi. A volte il problema è quindi sapere riconoscere, ma anche se si è lucidi è difficile farlo in quanto la questione presenta confini sottili ed ambigui.

Ogni giorno purtroppo vengono denunciati atti di violenza familiare in concomitanza con casi di separazione o di affidamento del figlio a uno dei due coniugi, portando in certi casi a conseguenze estreme. Spesso però le cose nascono da molto prima, semplicemente con il divorzio peggiorano.

Esistono diversi tipi di Mobbing familiare. Quello coniugale consiste in attacchi e accuse, svolte in modalità sistematiche nei confronti del proprio partner, cercando di colpirlo nelle sue parti più deboli. Per riconoscerlo dovranno essere presenti ad esempio tentativi di sminuire il suo ruolo nell'ambito familiare, continue provocazioni anche senza motivo, pressioni affinché il coniuge lasci il tetto coniugale o la gestione economica nelle mani del mobber, ma anche imposizioni della propria persona in tutte le sfere della normale vita quotidiana, che si trasforma in una gara perenne.

Il Mobbing familiare vero e proprio invece si attua solitamente dopo un divorzio o un allontanamento del coniuge, e rispetto al primo, si differenzia notevolmente, poiché oltre alle prevaricazioni sulla singola persona, vengono coinvolti anche i figli. Si potranno ritrovare facilmente delle modalità comportamentali quali prese di posizione per delegittimare il partner con il fine di sminuirlo agli occhi del figlio, così come veri e propri "sabotaggi" atti ad impedirne la frequentazione, spesso associando minacce.

Lo scopo di queste pratiche è ottenere una sorta di rivendicazione interrompendo in via permanente il legame tra il figlio e la parte lesa, facendolo magari subdolamente ad arrivare alla decisione di optare per una separazione consensuale, pur di chiudere una volta per tutte le dinamiche estenuanti e fortemente conflittuali alle quali è esposto continuamente, uscendo di conseguenza da uno stato di tensione e pressione perenne.

Come per gli altri tipi di Mobbing, anche quello familiare, specie se perpetuato per lunghi periodi, può portare a danni nella sfera psicofisica della persona, che possono sfociare in una seria sindrome ansioso-depressiva o in un disturbo post-traumatico da stress, con i sintomi caratteristici di angoscia, senso di inefficacia, diminuzione dell'autostima, disturbi a livello gastrointestinale, del sonno e sessuali, che non di rado diventano così limitanti da richiedere un intervento farmacologico e psicoterapico specifico. Tutto questo senza pensare alle conseguenze sui figli.

La violenza domestica va declinata nei suoi vari aspetti, perché molto spesso chi la subisce fa fatica a riconoscerla. Quando si ripete ciclicamente nel tempo assume le connotazioni del maltrattamento. In questa parola sono racchiusi i seguenti tipi di violenza:

  • violenza sessuale (stupro, tentato stupro, molestie);
  • violenza fisica, (botte, ferite, omicidio);
  • violenza psicologica e verbale (minacce, ricatti, denigrazioni, svalutazioni);
  • violenza economica (privazione di fondi e risorse).

La violenza domestica è strettamente correlata allo sviluppo di un Disturbo Post Traumatico da Stress in chi la subisce.

Uscire da situazioni di violenza è molto complesso, anche perché gran parte delle energie sono coinvolte nel tentativo di far fronte all'emergenza quotidiana e la sensazione diffusa è che non ci sia alcuna possibilità che le cose cambino e che se esiste il problema è anche colpa propria.

NON È VERO!

Ci sono molte possibilità e molte persone che possono aiutare una persona a uscire da questo problema

Cosa Fare contro la violenza domestica:

  1. Fare spazio alla certezza che si è una vittima e non una colpevole;
  2. Cercare un sostegno psicologico;
  3. Rivolgersi ai centri antiviolenza.

Continua a leggere per i dettagli...


La violenza fisica

Si definisce qualsiasi atto fisico dalle percosse, per esempio lo schiaffo, che non va mai sottovalutato, alle lesioni. Ogni persona ha un proprio confine fisico, rappresentato dalla nostra pelle. Questo confine è molto importante anche dal punto di vista emotivo. Ogni sconfinamento che non avvenga con il nostro consenso, ancora più se attuato con la forza, è una grave offesa.

È violenza fisica:

  • Impedire di mangiare;
  • essere chiusi in una stanza o fuori casa;
  • essere tenuti forzatamente svegli;
  • impedire di muovere trattenendo;
  • tagliare i vestiti;
  • spingere o strattonare;
  • prendere per il collo;
  • tirare calci, pugni, strappare i capelli, schiaffeggiare o in generale picchiare;
  • mordere o causare bruciature di sigarette;
  • rompere o danneggiare oggetti nella vicinanza della vittima;
  • essere minacciati con un'arma od oggetto di qualsiasi tipo.

La violenza psicologica

Un insieme di comportamenti che hanno come obiettivo quello di ledere la dignità della vittima e d'indebolirla:

  • il rifiutare, inteso come azione di non ascolto, di non accettazione e di rifiuto;
  • l'isolare inteso come gesto di separazione volto a non consentire interazioni o relazioni con l'esterno;
  • l'intimorire come azione che crea paure alla vittima per mezzo di minacce violente.

È violenza psicologica:

  • spaventare con gesti, sguardi e parole denigrare ed umiliare;
  • minacciare di violenza fisica o di morte il partner chiudersi alla comunicazione e rifiutare d'ascoltare;
  • minacciare di far violenza ad altri familiari e/o ai figli essere sarcastici, deridere, disprezzare, mortificare, squalificare;
  • minacciare di fare violenza agli animali domestici;
  • limitare la libertà personale;
  • danneggiare gli oggetti personali di valore affettivo per la vittima;
  • minacciare il suicidio o di farsi male;
  • ricattare compiere atti d'infedeltà e vantarsene;
  • insultare costringere a sopportare la presenza dell'amante nel domicilio coniugale;
  • colpevolizzare in pubblico e in privato perseguitare per iscritto o per telefono, pedinare e inseguire (stalking);
  • ridicolizzare e svalutare;

In particolare l'isolamento è impedire di:

  • lavorare, andare a scuola, andare nei luoghi di culto, incontrare gli amici e/o i membri della famiglia;
  • chiudersi alla comunicazione e rifiutare l'ascolto;
  • sottrarre i documenti d'identità;
  • controllare la posta;
  • isolare in casa senza telefono;
  • privare dei mezzi di locomozione

La Violenza Sessuale

Qualsiasi gesto fisico, visivo, verbale o sessuale vissuto da un adulto o da un bambino che, sia nel momento stesso in cui avviene sia dopo, viene vissuto come una minaccia, un'invasione o un attacco e che ha l'effetto di ferirla/o, umiliarla/o toglierle/gli la sua capacità di controllare il contatto intimo.

È violenza sessuale:

  • costringere al rapporto sessuale dopo aver picchiato e/o umiliato la vittima;
  • costringere al rapporto sessuale con la forza o con i ricatti;
  • imporre pratiche indesiderate;
  • costringere a utilizzare materiale pornografico o ad avere rapporti sessuali in presenza o con altre persone;
  • imporre rapporti che implicano il far male fisicamente e/o psicologicamente.

La violenza economica

Qualsiasi azione che crea un comportamento di dipendenza economica della vittima nei confronti del carnefice.

A) Nel caso in cui la vittima lavora, mettere in atto delle strategie sul luogo di lavoro che porteranno al licenziamento della stessa.

B) Nel caso in cui la vittima cerca lavoro: accrescere il suo senso di disistima per evitare che si proponga per eventuali posti di lavoro (partecipazione a concorsi, invio curricula ecc.).

È violenza economica:

  • vietare, ostacolare o boicottare l'accesso ad un lavoro fuori casa sfruttare la vittima come forza lavoro nell'azienda familiare (contadina, turistica, artigiana, ecc.) senza alcuna retribuzione né potere decisionale o accesso ai mezzi finanziari;
  • privare dello stipendio o controllarlo appropriarsi dei proventi del lavoro della vittima ed usarli a proprio vantaggio;
  • controllare la gestione della vita quotidiana indebitare la vittima per far fronte alle proprie inadempienze;
  • negare, controllare o limitare l'accesso alle finanze familiari (conti in banca o altre finanze) attuare ogni forma di tutela giuridica, anche preventiva, a esclusivo proprio vantaggio e a danno della vittima (intestazione d'immobili o d'attività produttive);
  • non adempiere ai doveri di mantenimento stabiliti da leggi e sentenze o essere avari.
Letto 9373 volte Ultima modifica il Lunedì, 25 Novembre 2019 07:25
Devi effettuare il login per inviare commenti