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Venerdì, 25 Ottobre 2013 08:07

#Foggia: bimba paralizzata (sindrome di Bruck) smuove il mondo [#Video]

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#Foggia: bimba paralizzata (sindrome di Bruck) smuove il mondo [#Video]

Donatella è in reparto da sei anni, bloccata. La piccola, giunta in rianimazione quando aveva circa sette mesi, ha trasformato nella sua "casa" il reparto di rianimazione della «Casa sollievo della sofferenza» di San Giovanni Rotondo.
A raccontare di lei è il primario Giuseppe Melchionda, nominato tutore della bimba dal Tribunale per i minorenni di Bari.

Quando la piccola arrivò con una grave insufficienza respiratoria, nel 2007, si capì subito che avrebbe avuto bisogno di cure costanti. I suoi genitori la portarono qui e non sono più tornati.

- spiega il medico a tempi.it. Per lei promise di pregare papa Benedetto XVI, quando fece visita all’ospedale nel 2009.

Pur essendo attaccata ad un respiratore e alimentata artificialmente, è vigile, guarda la tv, interagisce con le persone che si occupano di lei. Tra loro, in particolare suor Noemi, ma ormai è tutto il reparto a prendersene cura.

La bambina è affetta dalla sindrome di Bruck, che produce malformazioni gravi ai segmenti ossei, per questo il giudice chiese alla Casa di sollievo un affidatario. L’ospedale si era rivolto a Melchionda il quale accettò immediatamente. Come mai? Il medico risponde naturalmente:

Siamo tutti affezionati a Donatella. Dal punto di vista clinico, mi comporto come con tutti gli altri pazienti, cerco di dare il massimo. Ma quando conosci Donatella è difficile non trattarla come una figlia. Poi qui i pazienti vanno e vengono in emergenza. Lei invece è sempre con noi, un punto fisso.

Intorno a lei si muovono medici, infermieri e anche il direttore generale, che le fa visita appena possibile. Particolarmente affezionata è suor Noemi, caposala del reparto. Ma, prosegue il primario, "vengono anche tante persone dall’esterno dell’ospedale". Donatella non si muove, ma fa muovere il mondo. Sta su un letto speciale e mangia con la peg, ma è amata. E cambia tutti noi.

"Una catena di solidarietà", la definisce il primario. "Come sta la piccola oggi? Ha dormito? Chi c’è con lei in stanza? Più tardi passo io", è quello che si sente dire nei corridoi della rianimazione quando si parla della bimba.

Ci sono un affetto e una vicinanza grandi, le vogliamo bene tutti. Questa cosa ci ha unito molto. Ha reso il reparto speciale. Davanti a Donatella le differenze restano, ma diventano secondarie, si stemperano.

Nessuno si domanda che senso abbia quella vita così inerme?

Ormai ci è chiaro, consapevolmente o meno, che la fragilità genera amore, carità, quello che serve per vivere e anche per lavorare bene. Se accolta è preziosa, contrariamente a quanto dice chi non la conosce. Il bisogno continuo di Donatella ci costringe a non essere superficiali, a cercare un senso ogni giorno.

Letto 4098 volte Ultima modifica il Venerdì, 25 Ottobre 2013 08:31

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