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Martedì, 07 Agosto 2012 02:00

La sonda Usa sul Pianeta rosso "Ci porteremo anche l'uomo"

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Ai "sette minuti di terrore" su Marte non era appesa solo la sonda Curiosity. Ma anche, più in generale, il futuro dell'esplorazione spaziale targata Nasa. L'Agenzia americana, accusata di aver messo tutte le uova in un unico, rischiosissimo paniere da due miliardi di euro (quasi il doppio rispetto al progetto iniziale), dopo il successo di oggi potrà continuare a guardare avanti nonostante i pesantissimi tagli di budget imposti dalla crisi. (continua)

"Porteremo l'uomo su Marte nel 2030" aveva promesso il presidente Barack Obama nel 2010, per poi imporre subito dopo alla Nasa una cura dimagrante tanto drastica da privare le sue parole di molta della loro credibilità. Oggi, subito dopo l'arrivo delle prime immagini spedite da Curiosity, il presidente ha infuso nuova linfa alle speranze di un'America insidiata dalle iniziative spaziali cinesi e indiane come un tempo lo era da quelle sovietiche.

"Il nostro ruolo di leader nello spazio - ha dichiarato oggi Obama - dipende dalla continuità degli investimenti in innovazione, tecnologia e ricerca di base". Nel giro di sette minuti tutte le immagini che erano impallidite nei mesi scorsi per colpa dei tagli di bilancio hanno ripreso colore: l'obiettivo di far sbarcare l'uomo su un asteroide come preludio alla missione su Marte; la costruzione del grande telescopio James Webb, destinato a sostituire il glorioso Hubble sulla via del pensionamento; il progetto di realizzare una missione in grado non solo di esplorare le rocce marziane in loco (come farà Curiosity) ma anche di portarne alcuni campioni a Terra.

Sulla scia dell'entusiasmo per quella che è stata definita la missione più complessa dopo lo sbarco sulla Luna, Marte da oggi appare improvvisamente meno lontano. Il pianeta che forse un tempo ospitò la vita ha ridotto le sue distanze dagli Stati Uniti, ma non solo. Anche l'Agenzia spaziale europea infatti ha in programma una doppia missione su Marte per gli anni 2016 e 2018.

Il progetto, battezzato "ExoMars" doveva in un primo momento essere portato a compimento in collaborazione con la Nasa. Ma proprio a causa delle ristrettezze dei bilanci gli americani hanno rinunciato alla loro partecipazione e l'Esa ha deciso di stringere un accordo con i russi di Roscosmos. Per il 2016 è previsto l'arrivo di una sonda orbitante attorno a Marte.

Due anni più tardi un robot dovrebbe scendere sul suolo marziano per una missione non troppo dissimile da quella di Curiosity: analizzare le rocce del pianeta per scovarvi eventuali tracce di vita, presente o più probabilmente passata.

Il sogno di dimostrare l'esistenza di vita extraterrestre non è limitato al nostro sistema solare. Sempre l'Agenzia spaziale americana infatti sta setacciando la Via Lattea alla ricerca di pianeti che ruotano attorno a una stella e hanno sia dimensioni che condizioni ambientali simili a quelle della Terra.

Lanciato nel 2009, il telescopio Keplero ha finora identificato più di 2mila pianeti che sarebbero compatibili con la vita così come gli uomini la possono concepire. E i suoi risultati sono fra i più affascinanti fra quelli che la Nasa è riuscita a mettere in cascina nei recenti tempi di crisi. Da qui al 2016 - data prevista per l'arrivo della sonda dell'Esa su Marte - le aspettative saranno caricate sulle spalle di Curiosity.

La durata prevista della sua missione è di 23 mesi. Ma le batterie al plutonio potrebbero consentire al rover di scalare per un tempo ancora più lungo le pendici di quel Monte Sharp che è stato giudicato il punto più adatto alla ricerca di tracce di vita. Con i suoi strumenti, il laboratorio su sei ruote sarà in grado di scavare la roccia, raccoglierne campioni e analizzarne la composizione chimica, alla ricerca di elementi compatibili con la presenza di organismi viventi.

Alla luce dei dati che saranno inviati nei prossimi mesi da Curiosity, gli scienziati della Nasa potranno dedicarsi alla progettazione di una missione ancora più ambiziosa: il lancio di un robot capace di atterrare su Marte, raccogliere campioni di roccia e poi riportarli a Terra in modo che siano analizzati negli assai più avanzati laboratori del pianeta azzurro.

In un momento di svolta come questo, con la Nasa che ha appena mandato in pensione i vecchi Shuttle e ha delegato a tre aziende private (Boeing, SpaceX e Sierra Nevada) il compito di portare gli astronauti verso una meta "vicina" e "facile" come la Stazione Spaziale Internazionale, l'atterraggio di Curiosity dimostra che l'ambizione di portare l'uomo su Marte non è spenta del tutto. La sagoma del pianeta, vista dal finestrino di un'astronave, da oggi appare un po' più grande.

(repubblica)

Letto 2300 volte Ultima modifica il Martedì, 07 Agosto 2012 14:11

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