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Martedì, 05 Aprile 2016 08:43

I batteri bioluminescenti potrebbero accendere Parigi by night

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Una foto di notte del celebre museo a forma di piramide e della piazza entrambi illuminati da tante lampadine

Qualche mese fa le acque del fiume Derwent in Tasmania (Australia) hanno avuto una notevole popolarità social. Le loro acque hanno ospitato una inusuale fioritura di Noctiluca scintillans, un dinoflagellato (ossia un organismo unicellulare munito di flagello) bioluminescente anche noto come "fuoco di mare".
La Bioluminescenza è una reazione chimica, regolata da un gene che consente ad alcuni organismi viventi di produrre luce. Oltre il 90 per cento degli organismi marini sono bioluminescenti.

Sono enormi gli studi e gli sforzi per sfruttare questo "fenomeno" chimico/biologico, conosciuto da tempo, nel campo della generazione di onde luminose. Solo nel luglio del 2008 viene annunciata la nascita di un consorzio tra importanti marchi mondiali per la produzione di schermi OLED. Da pochi anni abbiamo vari TV con questa tecnologia commercializzati sui banchi dei negozi specializzati.

La notizia di oggi è che una start-up francese di nome Glowee ha creato la prima lampadina a risparmio energetico sfruttando i batteri bioluminescenti che si trovano nei calamari. L'obiettivo immediato di questo prodotto è illuminare insegne e vetrine di notte senza l'uso di energia elettrica, ma potrà avere molti altri usi, diamogli tempo.

L'idea della prima lampadina commerciale bioluminescente

I fondatori di Glowee sono stati "illuminati", per ideare le loro bio-lampadine, durante la visione di un documentario sulla bioluminescenza, riflettendo su un'ordinanza passata in Francia che vieta nelle insegne e nelle vetrine di utilizzare luci elettriche dalle 01:00 di notte alle 07:00 del mattino. I ricercatori hanno deciso di realizzare la loro brillante idea e lanciare il loro primo prodotto nel dicembre 2015. Naturalmente l'idea non è nuova. Aziende come Philips e Ambio, avevano già fatto annunci precedenti di bio-lampadine, ma non abbiamo mai visto prodotti commerciali.

Bioilluminare di notte, una idea geniale

Glowee spera che il loro prodotto, fornirà un'alternativa sia all'illuminazione notturna a basso assorbimento, che a quella in luoghi senza alimentazione elettrica. Nonché di ridurre l'inquinamento luminoso in tutto il mondo: "Il nostro obiettivo è quello di cambiare il modo di produrre e usare la luce", dice il fondatore di Glowee Sandra Rey.

La prima lampadina commerciale bioluminescente

Le lampadine sono costituite da piccoli vani di plastica trasparente, riempiti con un gel che contiene i batteri bioluminescenti, Vibrio fischeri. Questi elementi base possono essere realizzati in qualsiasi forma e il loro schema multiplo può essere personalizzato per costituire la forma della lampadina. Il batterio non è tossico e non è patogeno, si trova comunemente in creature marine come le Sepiolida Hawaii. Famoso per creare disegni luminescenti affascinanti nell'oceano tra i surfisti e sulle spiagge. Il gel comprende le sostanze nutritive di cui i batteri hanno bisogno per vivere, soprattutto zuccheri e ossigeno.

La soluzione non copiare le lampadine tradizionali ma cambiare modo di concepirle

Durante i test iniziali di Glowee, le lampadine ovviamente potevano tenere la luce solo per i secondi, ma dopo una elaborazione della ricetta del gel, possono ora tenere i batteri "brillanti" anche per tre giorni. Lo studio sta proseguendo verso la realizzazione di un interruttore molecolare per attivare i batteri solo di notte, risparmiando così energia durante il giorno allungando la vita dei suoi nutrienti. I ricercatori sono fiduciosi di poter presentare un prodotto entro il 2017 che potrà rimanere illuminato anche per un mese. Ulteriori ricerche saranno necessarie per aumentare il flusso luminoso e per far sopravvivere i batteri a maggiori oscillazioni di temperatura.

Non mancano gli scettici delle lampadine bioluminescenti

I detrattori sono ancora convinti della superiorità delle tecnologie esistenti, come le lampadine a LED. Ci sono ancora molte domande senza risposta sulle bio-lampadine, tra cui il loro costo, l'efficienza e la loro durata ma la squadra Glowee spera che il loro prodotto potrà almeno incidere sulle emissioni globali di CO2 e di inquinamento luminoso.

Per lo meno, sperano di offrire un prodotto divertente, decorativo e alternativo per l'illuminazione notturna. Nella migliore delle ipotesi, hanno il potenziale per risparmiare una notevole quantità di energia e di riilluminare le insegne e le vetrine di Parigi.

Non sono mai contrario alla sperimentazione sul campo, poi chissà, il mio suggerimento è quello di trovare il modo di ricaricare lo zucchero e l'ossigeno durante il giorno, magari con l'energia solare.

Letto 3603 volte Ultima modifica il Martedì, 05 Aprile 2016 10:06
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