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Sabato, 29 Settembre 2012 02:00

Gattopoesia

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nicedie.it - Gatto Poesie

I poeti subiscono molto il fascino degli animali, in particolare quello dei gatti dai quali traggono spunto e ispirazione. In effetti è molto stretto il legame tra la poesia e i piccoli felini: incantati dalle loro movenze eleganti, dal carattere indipendente, dall'affetto che riescono ad esprimere, grandi poeti di tutti i tempi hanno dedicato versi innamorati al loro animale.

Forse anche per via dell'antica credenza che vuole un manoscritto morso da un gatto destinato al successo.

Il poeta Aldous Huxley disse ai suoi allievi che gli avevano chiesto il segreto per avere successo in letteratura: "Se volete scrivere, tenete con voi dei gatti". Il nostro Torquato Tasso, grande poeta del '500, scrisse Sonetto per i miei gatti, in cui chiedeva alla sua micia di prestargli gli occhi per poter scrivere anche di notte. Charles Baudelaire, il sulfureo poeta francese autore de I Fiori del male, era un grande amante dei gatti e a questi animali misteriosi e affascinanti ha dedicato molti versi, tutti contenuti nella raccolta Spleen e Ideale.


Il gatto (Charles Baudelaire)

Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch'io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d'agata e metallo.
Quando a bell'agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt'intorno gira al suo corpo bruno.


I gatti (Charles Baudelaire)

I fervidi innamorati e gli austeri dotti amano ugualmente,
nella loro età matura, i gatti possenti e dolci, orgoglio
della casa, come loro freddolosi e sedentari
Amici della scienza e della voluttà, ricercano il silenzio e
l'orrore delle tenebre; l'Erebo li avrebbe presi per funebri
corsieri se mai avesse potuto piegare al servaggio la loro fierezza

Prendono, meditando, i nobili atteggiamenti delle grandi
sfingi allungate in fondo a solitudini, che sembrano
addormirsi in un sogno senza fine:

le loro reni feconde sono piene di magiche scintille e di
frammenti aurei; come sabbia fine scintillano vagamente
le loro pupille mistiche.

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