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Sabato, 21 Marzo 2015 08:22

Primo giorno di primavera equinozio superluna eclissi #Poesia #Arte #Tradizioni e i #Misteri del Botticelli

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un bosco di aranci un angioletto che sferra una freccia persone che ballano al centro lei una donna che interpreta la primaveraDipinto di Sandro Botticelli "La Primavera"
conservato alla 
Galleria degli Uffizi di Firenze

Rinnovamento e fertilità, avvento della vita e resurrezione della natura: sono le caratteristiche dell'arrivo della primavera secondo le culture pagane e altre antiche tradizioni. Arrivano giornate più lunghe e calde, e così arrivano forza e calore. Una stagione il cui inizio coincide con l'equinozio (da latino æquinoctium, ovvero "notte uguale" perché la sua durata sarà uguale a quella del giorno), il fenomeno astronomico che contrariamente a quello che abbiamo imparato alle scuole elementari può cadere in tre giorni diversi (19, 20 e 21 marzo) e non soltanto il 21.

Per quanto riguarda la stagione, vi rimandiamo ad una ricerca su internet, invece con il nostro solito "taglio" pindarico esaminiamo la Primavera nell'arte e nelle tradizioni.

Una donna, si vede di profilo e a mezzo busto interamente composta da fioriDipinto di Giuseppe Arcimboldo "La Primavera"
conservato al Museo del Louvre di Parigi

Arte

Nelle arti la primavera è il tema di molte composizioni, solo a titolo di esempio: Nella musica viene celebrata da Antonio Vivaldi (la Primavera è uno dei movimenti del concerto per violino Quattro stagioni) e da Igor Stravinsky (accompagnamento del balletto La sagra della primavera); Nella pittura, la primavera è interpretata da Sandro Botticelli (dipinto La Primavera nella foto di apertura, conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze) e da Giuseppe Arcimboldo (La Primavera è uno dei dipinti del ciclo Quattro stagioni conservato al Museo del Louvre di Parigi). Nella scultura, "La primavera" è una statua allegorica di Benedetto Antelami conservato nel Battistero di Parma. Nella Poesia, sono innumerevoli le dediche da IbicoVirgilioPavese a Deledda.

Scultura "La primavera" di Benedetto Antelami
conservato nel Battistero di Parma

Tradizioni classiche

Nelle culture pagane l'arrivo della primavera viene festeggiato ogni anno, poiché questa stagione viene vista quale periodo di rinnovamento e di fertilità e viene rappresentata tramite l'allegoria del ritorno di Persefone alla madre Demetra dopo il suo soggiorno con Ade negli inferi.

Secondo alcune tradizioni viene rappresentata anche come l'avvento della vita e la resurrezione della natura dopo il lungo inverno. La festa di primavera prevede cerimonie che comprendono riti che vanno ad onorare il ritorno del sole dopo il freddo dell'inverno, fatto di brevi ore di luce, neve e notti tempestose. Per le tradizioni pagane la primavera porta la promessa di giornate più lunghe e più calde che offrono vivificante forza e calore.

Tra le festività pagane dell'equinozio di primavera troviamo la "Festa degli alberi" legata al culto della divinità romana "Anna Perenna" e i Misteri Eleusini.


Qual è il significato della Primavera di Botticelli?

L'opera, forse la più nota di Sandro Botticelli, è databile intorno al 1482 e diverse fonti hanno confermato che il dipinto venne eseguito per Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici (1463-1503), cugino di secondo grado del Magnifico.

La scena in un boschetto formato da alberi arancio e frutti; sullo sfondo di un cielo azzurro, sono disposti nove personaggi, in una composizione che ruota attorno al personaggio centrale, una donna con drappo rosso. Il suolo è composto da un prato formato da una gran varietà di specie vegetali e di fiori.

La Primavera nasconde vari livelli di lettura: uno strettamente mitologico, la cui spiegazione è ormai unanimamente condivisa; uno filosofico, legato principalmente alla filosofia dell'accademia neoplatonica; uno storico-dinastico, legato alle vicende contemporanee ed alla gratificazione del committente e della sua famiglia. Il senso complessivo dell'opera è ancora piuttosto oscuro e aperto alle più varie interpretazioni.

Secondo l'interpretazione mitologica i personaggi si trovano nel famoso giardino delle Esperidi: il primo da destra è Zefiro, vento di primavera che rapisce per amore la ninfa Clori, mettendola incinta; da questo atto la ninfa rinasce e si trasforma in Flora, ovvero la stessa primavera rappresentata come una donna coperta da un abito fiorito e che sparge a terra dei fiori.

Al centro del quadro si trova Venere, simbolo neoplatonico dell'amore più elevato, che osserva tutta la scena. Sopra di lei vola il figlio Cupido. Alla sua sinistra si trovano le tre Grazie che stanno danzando. Ancora più a sinistra si nota Mercurio, il messaggero degli dèi, raffigurato con le ali ai piedi, che col caduceo scaccia le nubi per conservare un'eterna primavera.

Per quanto riguarda l'interpretazione filosofica, il primo critico a mettere il dipinto direttamente in relazione con la cerchia di filosofici neoplatonici frequentata da Botticelli fu Aby Warburg nel 1893, che lesse la Primavera come la rappresentazione di Venere dopo la nascita, durante l'arrivo nel suo regno. Secondo Ernst Gombrich nella Primavera vi si narrerebbe come l'amore, nei suoi diversi gradi, arrivi a staccare l'uomo dal mondo terreno per volgerlo a quello spirituale: Zefiro e Clori rappresenterebbero la forza dell'amore sensuale e irrazionale, che però è fonte di vita (Flora) e, tramite la mediazione di Venere ed Cupido, si trasforma in qualcosa di più perfetto (le Grazie), per poi spiccare il volo verso le sfere celesti guidato da Mercurio.

Secondo alcune letture dell'opera legate al committente i personaggi mitologici del dipinto sarebbero le rappresentazioni di personaggi fiorentini e delle loro virtù, come in una sfilata di carnevale. Poiché pare che l'opera sia stata inizialmente commissionata a Botticelli da Giuliano de' Medici in occasione della nascita del figlio Giulio (futuro papa Clemente VII), avuto con Fioretta Gorini che egli avrebbe sposato in gran segreto nel 1478. Ma Giuliano morì nella congiura dei Pazzi ordita contro il fratello in quello stesso anno, un mese prima della nascita del figlio, per cui il quadro incompiuto venne "riciclato" dal cugino Pierfrancesco de' Medici qualche tempo dopo per celebrare le sue nozze, inserendovi il suo ritratto e quello della moglie Semiramide Appiani, che si diceva essere donna dall'estrema bellezza.

In base ad altri ritratti dipinti da Botticelli, nei vari protagonisti della rappresentazione sono stai individuati vari personaggi di casa Medici: in particolare nelle tre Grazie sono state riconosciute Caterina Sforza (a destra), e Simonetta Vespucci (al centro), la fonte di ispirazione per la Nascita di Venere, che guarda sognante verso Mercurio-Giuliano de' Medici.

Per la lettura storica, secondo Horst Bredekamp, si dovrebbe considerare il dipinto come allegoria dell'età dell'oro in epoca medicea. La presenza di Flora sarebbe pertanto un'allusione a Florentia e dunque alle antiche origini della città di Firenze. Le altre figure sarebbero città legate in vario modo a Firenze: Mercurio-Milano, Cupido (Amor)-Roma, le Tre Grazie come Pisa, Napoli e Genova, la ninfa Maya come Mantova, Venere come Venezia e Borea come Bolzano.

Altri studi hanno invece ipotizzato che il dipinto sia una sorta di calendario agreste abbreviato della bella stagione: da febbraio (Zefiro) a settembre (Mercurio), nell'augurio di una primavera senza fine.


Poesie

IBICO - A primavera

A primavera,
quando l'acqua fluviale
irrora i campi
e il sacro giardino delle vergini,
è tutto un fiorir di meli cidonii
e tralci di viti tra le foglie.

In me Eros non conosce tregua.
Come vento del nord rapido muove,
carico di folgori: torbido, impavido,
invaso da Cipride di arida follia.
Custode, nel fondo della mente,
delle puerili voglie.

VIRGILIO - È dolce primavera

Alla selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera;
a primavera gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
Con piogge fertili
E accende ogni suo germe. Gli arbusti risuonano
Del canto degli uccelli, i prati rinverdiscono.
E i campi si aprono: si sparge la tenera acqua;
ora al nuovo sole si affidano i nuovi germogli.

CESARE PAVESE – Primavera

Sarà un volto chiaro.
S'apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra....
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.

GRAZIA DELEDDA - La primavera

L'inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d'argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell'erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti, E tutto era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.

Letto 8176 volte Ultima modifica il Sabato, 21 Marzo 2015 10:13
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