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Mercoledì, 01 Ottobre 2014 02:00

#Salute: Conosci la differenza tra #ProBiotici e #PreBiotici?

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Un uomo perplesso nei prodotti biologici di un market legge su un enorme recipiente coperto [batteri buoni

Forse conosciamo tutti cosa sono i probiotici, almeno, da tempo ne siamo bombardati alla TV e su internet. Di recente stanno guadagnando articoli anche i prebiotici. Ovviamente "se ne sente di ogni", persino "non si dice prebiotici ma probiotici". I termini sono formulati correttamente in italiano e il significato sta tutto nelle particelle PRE e PRO. Scientificamente esistono entrambi.

Semplicemente, e questo non va messo in secondo piano, la scienza ha recentemente deciso che l'elemento che era considerato meno importante ora diventa più importante e vice versa.

Facciamo chiarezza...

Si definiscono prebiotici sostanze non digeribili che producono un effetto benefico su chi le assume stimolando in maniera selettiva la crescita e l'attività di un numero limitato di batteri indigeni, in particolare Lattobacilli e Bifidobatteri.

Dopo l'ingestione, in quanto non digeriti e assorbiti dall'organismo, giungono intatti nell'intestino dove fungono da substrato per i microrganismi "amici".

I prebiotici vengono generalmente utilizzati da chi: deve riprendersi da una terapia antibiotica, segue una dieta povera di fibra o soffre di alterazioni dell'alvo (squilibri del canale intestinale nel suo complesso).

Il ruolo benefico dei microrganismi presenti in alcune bevande fermentate sulla nostra salute è riconosciuto da tempo, fin dagli studi dello scienziato russo Metchnikoff, che attribuì la longevità di alcune popolazioni caucasiche al consumo di bevande simili allo yoghurt.

Nonostante per lungo tempo le evidenze sull'effetto benefico dei microrganismi siano state del tutto annetodiche, con uno scarso supporto scientifico, da tempo siamo bombardati da messaggi pubblicitari e notizie su probiotici e sui loro benefici veri o presunti, oggi sono arrivati i prebiotici e spesso c'è una gran confusione sui due termini che vengono talora usati come sinonimi. In realtà sono due cose del tutto differenti. Di recente, l'Unione Europea e il Ministero della Salute hanno introdotto delle valutazioni e dei controlli molto più severi sull'uso e su benefici per la salute di microrganismi e altri ingredienti alimentari.

I probiotici sono microrganismi capaci di apportare benefici all'organismo. L'OMS definisce probiotici: "organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell'ospite".

L'assunzione di probiotici può avvenire attraverso l'ingestione di alimenti che veicolano i microrganismi, solitamente latte fermentato, o attraverso l'assunzione di integratori alimentari ottenuti sottoforma di preparati farmacologici (bustine, fialoidi, etc.) che contengono grandi quantità di cellule vitali.

I prebiotici, invece, sono dei componenti degli alimenti che stimolano selettivamente la crescita di microrganismi benefici già presenti nell'intestino (o in un'altra parte del nostro corpo).

Affinché un microrganismo sia riconosciuto come probiotico deve:

  • essere sicuro per la salute umana, a questo scopo, un utile riferimento è rappresentato dai criteri definiti dall'EFSA sullo status di "QPS" ("Presunzione Qualificata di Sicurezza"); per applicare lo status QPS è necessario ottenere un'identificazione tassonomica accurata del microrganismo;
  • essere privo di antibiotico-resistenza acquisita e/o trasmissibile;
  • conferire un effetto benefico dimostrato in studi clinici;
  • deve essere in grado di superare la barriera gastrica ed il fluido duodenale, e giungere nell'intestino attivo, vitale e in quantità tale da moltiplicarsi nell'intestino.

Tra i microrganismi probiotici più utilizzati per la produzione di alimenti funzionali e integratori troviamo Lattobacilli e Bifidobatteri. Altri microrganismi probiotici sono lieviti appartenenti al genere Saccharomyces e batteri appartenenti ai generi: Bacillus, Enterococcus, Pediococcus, Lactococcus e Leuconostoc. In realtà l'attività probiotica è ceppo-specifica per cui non sono solo il genere e la specie a definire probiotico un microrganismo; basti pensare che Escherichia coli Nissle 1917, microrganismo probiotico presente sul mercato come integratore, appartiene ad una specie patogena.

Non tutti i probiotici vantano le medesime proprietà per cui la scelta del probiotico da assumere va fatta in funzione delle condizioni e patologie che si vogliono curare. In realtà, divers specie microbiche comprendono microrganismi che hanno una o più proprietà probiotiche dimostrate da studi clinici.

Quali sono le specie che comprendono ceppi di microrganismi con riconosciute proprietà probiotiche e per quali applicazioni vengono usate?

In caso di cure antibiotiche è consigliabile l'assunzione di Bacillus (B.) clausii, B. subtilis, Bifidobacterium (Bf.) animalis, Saccharomyces (Sc.) boulardii, Lactobacillus (Lb.) casei e Lb. rhamnosus.
In caso di coliti e meteorismo è utile l'assunzione di: Lactobacillus (Lb.) reuteri e Sc. boulardii.
Nella cura della stipsi è consigliato assumere Lb. acidophilus e Bf. animalis.
In caso di diarrea da infezioni o intossicazioni è consigliabile l'assunzione di Lb. acidophilus, Lb. rhamnosus, Bf. bifidum e Sc. boulardii.
In presenza di intolleranze è raccomandabile l'uso di Bf. bifidum, B. coagulans e Lb. acidophilus.
Qualora si verifichino infezioni quali candidiasi, vaginiti e cistiti un utile supporto è dato dall'assunzione di Lb. acidophilus.
Nel caso di dermatiti è possibile ricorrere all'uso di Lb. rhamnosus, Bf. animalis, Bf. bifidum e Bf.infantis.
Per ridurre il colesterolo è utile assumere Bf. Bifidum e Lb. acidophilus.
Per la cura delle coliche del lattante è consigliato l'utilizzo di Lb. reuteri,.
In caso di abbassamento delle difese immunitarie è utile l'assunzione di Bf. bifidum, Lb. acidophilus, Lb. casei.

Quando assumere probiotici?

L'assunzione dei probiotici deve essere fatta a stomaco vuoto, o meglio a distanza di 2 ore dai pasti, in questo modo è garantito un transito gastrointestinale veloce che favorisce la sopravvivenza dei probiotici a succhi gastrici e fluido duodenale.

In conclusione, qualora si decida di assumere probiotici è sempre meglio assumerne in quantità adeguata, scegliendo il prodotto che contiene i ceppi più efficaci nella condizione da curare, consultando eventualmente il proprio medico. Poiché i microrganismi probiotici assunti per via orale non colonizzano quasi mai l'organismo ospite in maniera stabile occorre protrarre l'assunzione per tutto il periodo in cui si desidera ottenere l'effetto terapeutico. In caso di gravi patologie i probiotici non sostituiscono le cure farmacologiche ma possono essere assunti come coadiuvanti.

continua nella pagina seguente...


Cosa sono i prebiotici

Si definiscono prebiotici sostanze non digeribili che producono un effetto benefico sull'ospite stimolando in maniera selettiva la crescita e l'attività di alcuni batteri indigeni benefici (anche se possono stimolare anche la crescita e l'insediamento di probiotici ingeriti con la dieta o come farmaci).

Rientrano in questa classificazione carboidrati non digeribili dall'organismo, ma fermentabili da parte di alcuni microrganismi dell'intestino. La fermentazione di queste sostanze porta alla sintesi di acidi grassi a corta catena quali acetato, butirrato e propinato, delle cui proprietà benefiche si parlerà più avanti.

Dove si trovano i prebiotici?

Tra i prebiotici che possono essere assunti normalmente con la dieta senza dover ricorrere ad integratori o alimenti funzionali troviamo la fibra alimentare. In particolare considerati prebiotici naturali a pieno titolo sono: inulina, FOS (frutto-oligosaccaridi) e GOS (galatto-oligosaccaridi); di cui i primi due naturalmente presenti in molti vegetali (tuberi di topinambur, cicoria), mentre gli ultimi naturalmente presenti nel latte materno. Tutti è tre sono caratterizzati dall'avere attività bifidogenica.

Ai prebiotici naturali si affiancano poi prebiotici parzialmente sintetici prodotti per via enzimatica come lattulosio, lattosaccarosio e lattitolo. Tali sostanze sono in grado di aumentare il numero di Bifidobacterium, Lactobacillus e Streptococcus e ridurre la popolazione di Bacteroides, Clostridium e coliformi.

Come agiscono i prebiotici?

Dopo l'ingestione, in quanto non digeriti e assorbiti dall'organismo, giungono intatti nell'intestino dove fungono da substrato per i microrganismi "amici", favorendone la crescita, e sono da quest'ultimi fermentati con conseguente rilascio di acido: acetico, propionico e butirrico, i quali:

  • determinano un abbassamento del pH dell'intestino con conseguente diminuzione dei microrganismi patogeni;
  • forniscono nutrimento alle cellule intestinali;
  • modulano la moltiplicazione e il differenziamento delle cellule del colon, giocando un ruolo chiave nel mantenimento dell'integrità della mucosa intestinale;
  • stimolano il riassorbimento di acqua e sali minerali a livello del colon, e pertanto risultano utili anche in presenza di diarrea di origine infettiva o indotta da antibiotici;
  • stimolano la contrazione della muscolatura del colon riducendo i fenomeni di stipsi.

Qual'è l'utilizzo dei prebiotici?

I prebiotici vengono generalmente utilizzati da chi: deve riprendersi da una terapia antibiotica, segue una dieta povera di fibra o soffre di alterazioni dell'alvo. Soprattutto in quest'ultimo caso prima dell'assunzione è opportuno consultare il proprio medico in quanto, a seconda dei casi, i prebiotici potrebbero avere effetti opposti a quelli desiderati. Le dosi di assunzione giornaliere di prebiotici variano dai 2 a 10 grammi. Tali quantità generalmente non hanno controindicazioni, assunti in quantità elevate invece possono causare flatulenza, meteorismo e diarrea, soprattutto in soggetti che non consumano abitualmente frutta e verdura. Per cui, qualora si decidesse di assumere prebiotici, per evitare disturbi gastrointestinali, sarebbe utile incrementare progressivamente la dose di assunzione, fino a raggiungere quella consigliata nell'arco di alcune settimane.

In condizioni normali, osservando corrette abitudini alimentari, è possibile stimolare i microrganismi "amici" che risiedono nel nostro colon senza dover ricorrere all'utilizzo di prebiotici. Inoltre va sottolineato che, poiché l'effetto benefico di tali sostanze cessa nel momento in cui non vengono più assunte, il modo migliore per ottenere risultati duraturi è quello di assumere abitualmente cibi che contengono naturalmente prebiotici come frutta e verdura, e ricorrere all'assunzione di prebiotici soltanto in condizioni particolari consultando eventualmente il proprio medico o uno specialista.

Un ultimo cenno va fatto ai simbiotici che sono alimenti o integratori caratterizzati dall'associazione di prebiotici e probiotici, il risultato è un'azione sinergica in cui da un lato si introducono microrganismi probiotici nell'organismo e dall'altro, garantendo a quest'ultimi un substrato di crescita, se ne favorisce la crescita e l'attività. I benefici di questi alimenti sono ovviamente gli stessi che apportano prebiotici e probiotici. Sempre più spesso i preparati che sostituiscono il latte materno contengono associazioni di probiotici e prebiotici.

Letto 5425 volte Ultima modifica il Martedì, 19 Maggio 2020 08:07
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