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Il 31 gennaio 1776 Alessandro Volta scopre "l'aria infiammabile nativa delle paludi", il metano

Durante le vacanze estive del 1776, mentre era ospite presso la località di Angera sul Lago Maggiore, nella casa dell'amica Teresa Castiglioni, mentre in barca costeggiava i canneti nella palude dell'isolino Partegora, Alessandro Volta, nota che, frugando con un bastone il fondo melmoso dell’acqua, vengono liberate "bollicine gassose in gran copia".

Raccolto tale gas, ne scopre il carattere infiammabile, "quest’aria arde assai lentamente con una bella vampa azzurrina", scrive nei suoi appunti di laboratorio il 31 gennaio 1776 (248 anni fa). Si trattava di un nuovo gas diverso dalla "aria infiammabile metallica" (idrogeno) già nota:

[…] questo, infatti, giugne a scoppiettare col massimo strepitio e rumore ove venga frammischiata con un volume di aria comune doppio del suo; quella all’incontro s’infiamma e scoppia col massimo vantaggio se ad una misura aggiungasi le otto di comune.

A questa nuova aria Volta diede il nome di "aria infiammabile delle paludi". Si tratta di quello che oggi noi chiamiamo metano, la cui scoperta deve quindi essere attribuita ad Alessandro Volta. Avendo poi verificato la presenza di tale gas in tutte le paludi, ne attribuì l’origine a fenomeni di decomposizione organica. Alessandro VoltaVolta pensò subito a un utilizzo pratico della sua aria infiammabile in considerazione del fatto che essa era presente in grande quantità in molti luoghi.

Dirò, […] che ho talvolta ruminato, se vi fosser mezzi onde far un uso economico dell’aria infiammabile, sostituendola esempio all’olio nelle lampade, che ho pensato a inzuppare di quest’aria dei corpi molto porosi, della terra, e farne una specie di torba artificiale. A tutto ciò, e ad altre cose ho, dico, pensato, ma non le ho peranco a dovere sperimentate: chè a tali sperienze ho veduto richiedersi molto tempo e molte disposizioni, e ingegni e macchine, che or non ho. Mi propongo bene a miglior agio di dirigere varj tentativi a tal oggetto. L’andar questi a voto non sarà una perdita per me; mentre anche le inutili sperienze, ed i riconosciuti errori giovano al Fisico, e al Filosofo.

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