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Sabato, 21 Dicembre 2013 02:00

#Oggi è il 21 Dicembre - #SolstizioInverno e genetliaco di Neapolis #Napoli

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Note

  1. Il racconto riportato è attribuito a un ignoto Dicearco di Cuma da un altro Dicearco, filosofo peripatetico e poligrafo di Messina (IV sec. avanti Cristo), che cita il primo - forse per la omonimia o per un rapporto di parentela - in un frammento dei suoi scritti.
  2. La relazione che segue descrive le circostanze e il piano di fondazione dell’antica Neapolis.
  3. Il 472 avanti Cristo
  4. Il solstizio d’inverno.
  5. L’attuale colle di Sant’Elmo.
  6. "Felice navigazione": oggi Echia, la collina di Pizzofalcone.
  7. OR nel nostro disegno.
  8. NS
  9. WE, la linea equinoziale ovest-est.
  10. AB
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  11. Il decagono regolare, simbolo pitagorico che esprimeva geometricamente il finalismo dell’universo (Il rapporto tra lato e raggio fornisce il valore della "sezione aurea", ricorrente nelle leggi di natura: vedi Appendice). La figura del decagono (graficamente esagerata) nasce dal fatto che l’angolo EOR risulta essere di 36 gradi, ossia la decima parte dell’angolo giro.
  12. Lacuna: è caduto un riferimento ad analoga presenza simbolica in Partenope. Il testo sotteso alla lacuna non è ricostruibile, ma lo è il senso generale: vedi Appendice.
  13. Ciò si chiarirà al termine: vedi note 28 e 29.
  14. NS e WE
  15. Angolo POE = 22 gradi e ½.
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  16. Il rettilineo di Spaccanapoli OQ extra ed intra moenia. Il tratto stradale effettivo corre tra i punti I e J. Il segmento extra moenia IP misura 4 stadi (m 185 x 4 = m 740), quello intra moenia PQ è lungo 5 stadi (m 185 x 5 = m 925). La proporzione tra i due segmenti, di 4 e 5, è quella che individua il triangolo rettangolo isiaco-pitagorico (lati 3, 4, 5), anch’esso generatore della "sezione aurea" con una particolare costruzione geometrica.
  17. L’operazione doveva essere una prova della datazione dell’evento al solstizio d’inverno: vedi note 24 e 27.
  18. Il punto O, nell’attuale certosa di S. Martino: OP = m 185 x 6 = m 1110: "in piano". in proiezione sul livello della città.
  19. Il decumano meridionale PQ è il tratto intra moenia di Spaccanapoli tra le vie S. Sebastiano e S. Nicola dei Caserti.
  20. Il decumano settentrionale TU, lungo le vie Sapienza, Anticaglia, SS. Apostoli.
  21. TQ sulla linea ovest-est.
  22. Il decumano centrale VZ oggi via Tribunali, a due stadi e mezzo dai muri nord e sud. Il dato dell’ inclinazione astronomica non può essere casuale, perché è rigorosamente determinante per l’intero impianto urbano: in particolare, è vincolata ad esso e al conseguente intercorrere della linea equinoziale la distanza tra i decumani (nota 21), diversa da quella che li divide dal perimetro. Il quadrato del perimetro, così fissato, incontra esattamente i reperti di porte e mura a piazza Bellini (porta occidentale), via S. Sofia (porta nord-orientale) e piazza Calenda (porta Ercolanense o Furcillense: nota 29). Circa la porta intraurbana di piazza S.Domenico Maggiore, vedi nota 24.
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  23. I cardini principali CD (via Atri, via Nilo, via Paladino) e FG (via Duomo), anch’essi consequenzialmente obbligati all’inclinazione di 22 gradi e ½ rispetto al meridiano FD.
  24. HK, via S. Gregorio Armeno. La ragione della singolare anomalia rappresentata dalla mancanza del cardine centrale è che l’angolo KHD, anch’esso di 1/16 di giro, ovvero di 22 gradi e ½, serve da gnomone di datazione: vedi nota 17 e la spiegazione alla nota 27. A ciò si aggiunga che la suddivisione del quadrato in due rettangoli e del rettangolo inferiore in due quadrati conduce, con un facile procedimento geometrico, a trovare la "sezione aurea" di HK e quindi ad inscrivere idealmente un decagono nella circonferenza di raggio HK (nota 11). La sacralità "solare" del quadrato centrale (vedi note 26 e 27) è contrassegnata da un percorso privilegiato di accesso, che dalla zona santuario del rilievo di S. Aniello (in funzione di "acropoli"), attraverso il cardine collaterale di via del Sole, immette per una porta ad hoc, sita in piazza S. Domenico Maggiore, in quel quadrato ("Corpo di Napoli", statua del Nilo).
  25. In corrispondenza di piazza S. Gaetano.
  26. La chiesa di S. Paolo Maggiore sorge sul posto di una chiesa paleocristiana e di un precedente tempio romano dei Dioscuri: dal passo risulta che l’area in età greca era già consacrata con un altare a Castore e Polluce. La loro alterna vita in cielo e sotterra (Odissea XI e Pindaro, Nemea X) ne fa il simbolo olimpico del dì e della notte.
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  27. In modo volutamente oscuro, come era costume dell’esoterismo pitagorico, viene significato che gli angoli VHT e ZHU, eguali al1’angolo gnomonico KHD, tagliando in L e M la circonferenza inscritta nella città, la dividono in due parti diseguali - di 135 e 225 gradi - proporzionali alla durata del dì (la minore) e della notte (la maggiore) nel giorno degli auspici, che è quello del solstizio d’inverno. A Napoli effettivamente, in quel giorno, il rapporto tra dì e notte - dal sorgere al tramonto astronomico del Sole - è di 9 ore a 15, ossia eguale a 135/225.
  28. L’angolo QXY è fatto pari a 36 gradi, ovvero a quello solare EOR nel solstizio d’inverno: vedi nota 11.
  29. La direzione XY del regolo corrisponde a via Forcella, il cui nome indica la sua anomalia rispetto all’ortogonalità dell’impianto complessivo: anomalia rispecchiata tradizionalmente anche dal simbolo Y del Sedile, che si vede nella stele di piazza S. Gaetano.
  30. Scimno di Chio (II sec. avanti Cristo) riferisce che Napoli venne fondata in obbedienza a un oracolo.
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