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Sabato, 21 Dicembre 2013 02:00

#Oggi è il 21 Dicembre - #SolstizioInverno e genetliaco di Neapolis #Napoli

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Cartina di Napoli con sovraimposto il grafico delle note

Da Partenope a Neapolis

Il progetto urbano di Partenope, fondata dai Rodii (secondo Strabone), è anteriore al sorgere della scuola pitagorica, risalendo al VII secolo avanti Cristo, e tuttavia mostra la stessa matrice scientifico-religiosa che impronterà la fondazione di Neapolis ad opera degli Ioni di Cuma e che si ricollega, assai più indietro nel tempo, alla geometria sacra delle massime piramidi egizie: quella di Cheope col “rapporto aureo” tra apotema e semilato di base, e quella di Chephren, col “triangolo isiaco” (nota 16) della semisezione mediana.

La pianta primitiva di Partenope risulta chiaramente progettata a forma di pentagono regolare, una figura interrelata al decagono (il lato del pentagono convesso è “sezione aurea” del lato del pentagono stellato) e con le medesime caratteristiche simboliche. Lo si vede già a colpo d’occhio osservando su una carta topografica l’area di Pizzofalcone e S.Lucia, nella cuspide delimitata da via Partenope, via Nazario Sauro, via Cesario Console e via Morelli, e l’angolazione pentagonale delle strade a monte di via Chiatamone.

Per l’esatto riconoscimento della figura poligonale originaria, interna alla cuspide, si conduca una retta [ie] lungo l’asse [ir] di via De Cesare, fino a incontrare in [h] il muraglione [sh] di salita Echia. Quindi si disegni una circonferenza di centro [h] e raggio [he] della misura di 1 stadio e ½ (m 277,5): il pentagono in essa inscritto, un lato del quale [bc] corrispondeva all’incirca a via Generale Orsini, rappresenta l’area progettuale dell’antica Partenope. Il lato meridionale cd correva parallelo e a ridosso dell’attuale via Chiatamone (il “platamon”, la spiaggia dell’approdo dei coloni), inclinato con lieve errore rispetto alla linea ovest-est [pi]; quello occidentale de si estendeva lungo il lato ovest del largo Nunziatella. Gli altri due lati, cancellati dalle successive edificazioni, puntavano in [a], nel sito dell’attuale chiesa di S. Francesco di Paola, determinando il vertice nord del disegno planimetrico.

L’angolazione pentagonale del perimetro è evidenziata dal parallelismo interno di via Monte di Dio [mn] e via Egiziaca a Pizzofalcone [st] col lato occidentale [de]: del disparallelismo, invece, di via Pallonetto a S. Lucia [vz] con le precedenti due strade si dirà più oltre.

Un dato sorprendente è il fatto che l’angolo di 144 gradi formato dai due tratti di via S. Lucia con vertice in via Serapide individua l’inserimento di due lati di un decagono all’interno del pentagono: sono i segmenti [gr] e [rf] di via S. Lucia, lunghi ciascuno 1 stadio (m 185) e perpendicolari a due lati del pentagono. Il decagono risultante ha centro [u] nel mare, davanti alla rotonda di via Nazario Sauro, a significare il favore divino per l’arrivo dal mare dei coloni. Ne è conferma la denominazione di “Euploia” data al luogo (nota 6). Ma il racconto di Dicearco offre e riceve maggior luce, in questa nostra analisi ricostruttiva riguardante Partenope, se si considera che la risalita dei Cumani fondatori di Neapolis lungo il crinale del colle dev’essersi mossa dall’uscita [q] all’altezza del supportico D’Astuti in via Monte di Dio, il cui prolungamento [qO] incontra in [O] la direttrice [OPQ] fissata per la costruenda città e misura 6 stadi in piano (nota 18), ossia è pari alla distanza [OP] stabilita tra il punto [O] scelto come osservatorio e il tracciato murario di Neapolis. Uno sguardo dalla Certosa di S. Martino evidenzierà la precisa collimazione, nel punto di osservazione [O], delle due direttrici [mn] (via Monte di Dio) e [IJ] (Spaccanapoli), dalle quali reciprocamente la vista converge sulla stessa certosa a conferma dell’intento dei fondatori nel senso definito dalla presente analisi. Il luogo degli auspici di fondazione si volle, quindi, equidistante tra la “vecchia città” (Palaepolis) e la “nuova”, tra le quali corre evidente -pur nell’antagonismo- un rapporto di filiazione geometrica e di consacrazione scientifico-religiosa al Dio costruttore dell’Universo.

Il dato più evidente di tale filiazione è rappresentato dal fatto che la Y di Forcella (note 28 e 29) è la ripetizione di una Y preesistente in Partenope, anch’essa includente un angolo di 36 gradi e incardinata con orientamento sud-nord proprio nel centro del pentagono, col ramo di salita Echia [sh] divaricato da via del Pallonetto. Quest’ultima riproduce la misura di 1 stadio e ¾ (m 326) corrispondente alla lunghezza del lato del pentagono. Il mancato parallelismo con via Monte di Dio e via Egiziaca è dovuto alla funzione di asta della Y assegnata alla via e all’orientamento sud della biforcazione e serve precisamente a rendere manifesto il marchio simbolico della sacra Y nel cuore della città, proprio come faranno in seguito i Cumani fondatori di Neapolis con la deviazione di Forcella rispetto all’impianto ortogonale complessivo della costruenda “nuova città”.


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