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Giovedì, 09 Maggio 2013 07:15

Croazia: via alla guerra del Prosecco

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Croazia: via alla guerra del Prosecco

Il prossimo primo luglio la Croazia entrerà nell'Unione Europea diventando ufficialmente il ventottesimo Stato membro. Tuttavia sembra che per festeggiare l'evento i cittadini del paese balcanico non potranno brindare con una delle loro bevande più tradizionale, il «Prosek»Sarà costretto a cambiare denominazione al suo vino: ma si oppone fermamente.

Secondo le norme dell'Ue il nome è troppo simile a quello del Prosecco italiano e non può essere venduto nei confini continentali. Da parte loro i croati non ci stanno e promettono battaglia per difendere uno dei loro prodotti più antichi.

L'ironia di questa vicenda che divide per l'ennesima volta l'Italia e la Croazia è che le due bevande sono completamente diverse: Il Prosek croato è un vino dolce da dessert; mentre il Prosecco italiano /come ben sanno i produttori veneti e friulani/ è un vino bianco, simile allo champagne.
Nonostante le grandi differenze, il vino italiano è un prodotto a Denominazione di origine controllata e secondo la normativa europea il nome Prosecco può essere utilizzato solo per quei vini le cui viti sono coltivate in Veneto e Friuli Venezia-Giulia.

La Croazia ha negoziato per otto anni il suo ingresso nell'Unione Europea, ma i politici si sono dimenticati dei loro prodotti tipici. Vittima principale proprio il Prosek, che salvo miracoli legali dovrà cambiare nome, se intende restare sul mercato continentale:

Se vogliono la guerra del vino, la otterranno abbiamo avuto tanto tempo e avremmo potuto fare molto di più per tutelare i nostri prodotti, ma il ministero non ci ha consultati.

- spiega Andro Tomic, uno dei maggiori produttori vinicoli croati. L'imprenditore che produce il suo vino principalmente a Jelsa, sull'isola meridionale di Hvar, afferma che i viticoltori croati sono pronti a rivolgersi a un tribunale continentale per far valere i propri diritti:

Il Prosek è prodotto nelle nostre terre da oltre 2'000 anni ed è nato molto prima dello Stato italiano. Prosek è semplicemente una parte della nostra tradizione. E' come se ci dicessero che vogliono una parte del nostro mare.

Il mese scorso /durante una visita a Vinitaly/ il presidente della regione Veneto Luca Zaia /che nella scorsa legislatura è stato anche Ministro delle politiche agricole e alimentari/ è stato netto:

La Croazia a luglio vuole entrare in Europa e se vuole entrarci deve farlo con le regole europee. Noi vogliamo la Croazia in Europa, vogliamo che gli istriani che sono nostri fratelli di sangue continuino nella sfida dell'Euroregione con Carinzia, Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Veneto; però la Croazia deve rinunciare all'utilizzo del nome «Prosek», perché altrimenti saremo noi a fare ricorso contro questa cosa.

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