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Giovedì, 28 Febbraio 2013 01:00

Per continuare la produzione di iPhone abbiamo saccheggiato la terra ora ci apprestiamo a fare lo stesso prima sulla luna poi sugli altri pianeti

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Per continuare la produzione di iPhone abbiamo saccheggiato la terra ora ci apprestiamo a fare lo stesso prima sulla luna poi sugli altri pianeti

Per fabbricare smartphone, tablet e personal computer sono necessari elementi che sulla terra si stanno esaurendo e che richiedono onerose risorse da tutti i punti di vista. Mentre la Cina mantiene un sostanziale monopolio su questi materiali, la NASA e investitori come Google pensano alla Luna.

Se vogliamo continuare a sfornare e vendere centinaia di milioni di smartphone ogni anno, presto potremmo ritrovarci costretti a procurarci i materiali prelevandoli da altri pianeti.

Quella che sembra una surreale iperbole è invece la prospettiva piuttosto realistica che emerge quando si considera che per produrre dispositivi come iPhone e simili sono necessari materiali chiamati Terre Rare o Rare Earth Elements che per una serie di motivi sono assai difficili da individuare ed estrarre.

C'è bisogno di Ittrio e di Europio per assicurare che i colori dello schermo siano sufficientemente brillanti, c'è bisogno di Cerio per dare al vetro quell'aspetto tanto lucido, e ancora il Terbio per gli speaker, e il Disprosio e il Neodimio per l'unità vibrante. E come fare a meno poi del Lantanio, del Praseodimio e del Gadolinio, elementi fondamentali per la produzione dei circuiti?

Sfortuna vuole che questi elementi non siano solo tremendamente rari, ma anche parecchio pericolosi da estrarre. È anche per questo se /oggi/ il 90% dei Rare Earth Elements utilizzati nel mondo vengano estratti in Cina, dove le norme ambientali sono piuttosto lasche. Basti pensare alla città di Baotou, una metropoli nell'entroterra della Mongolia, che a causa delle miniere limitrofe ha assunto i connotati di uno scenario da fantascienza apocalittica. La prima cosa a dare segni di contaminazione è stato il lago cittadino, a cui la gente non può più avvicinarsi senza stringere gli occhi e turarsi il naso, e che emana esalazioni verdastre da olocausto radioattivo. I contadini della zona si lamentano che le piante non crescono, gli animali si ammalano, i denti e i capelli dei loro figli cadono. Qual'è il problema? Il problema è che il suolo di Baotou è pieno zeppo di torio radioattivo, e il processo di estrazione dei materiali rari crea una serie di rifiuti tossici che finiscono per riversarsi nei bacini acquiferi della zona.

Per ovviare a questo insostenibile corollario si stanno cercando diverse strade, e in particolare l'azienda Molycorp ha annunciato di aver sviluppato un sistema di estrazione che salvaguarda l'ambiente circostante (nei limiti del possibile). Il problema del monopolio cinese però non è così facilmente aggirabile, nel 2010 la potenza orientale ha chiuso temporaneamente i rubinetti dei materiali rari, costringendo il resto del mondo a cercare soluzioni alternative. I Rare Earth Materials sono infatti fondamentali per un ampio ventaglio di tecnologie, non solo per gli smartphone: dalle turbine eoliche, alle macchine ibride ai binocoli per la visione notturna.

È qui che entra in scena la Luna. Basandosi sui campioni di roccia lunare trasportati sulla Terra tra gli anni '60 e '70 e su una serie di plausibili teorie, gli scienziati sono infatti convinti che la crosta lunare possa ospitare una preziosa quantità di terre rare e che esistano i mezzi per estrarle. Per quanto possa suonare bizzarra, questa prospettiva è già da anni oggetto di seri studi. La NASA ha piazzato sulla luna uno strumento chiamato Moon Mineralogy Mapper, per studiare da vicino il suolo lunare e ottenere maggiori informazioni sulla sua origine. Lo stesso Google, da anni ha lanciato una competizione chiamata Lunar X Prize, che premia con decine di milioni di dollari i team indipendenti che sviluppano una tecnologia efficace per spedire e manovrare robot sulla Luna.

Per ora è un orizzonte troppo lontano per vederlo a occhio nudo, ma a giudicare dalla curva esponenziale che solitamente seguono queste tecnologie, l'ipotesi di trasformare la Luna in un'enorme miniera (come meravigliosamente illustrato nel film Moon), suona sempre meno assurda.

Letto 3166 volte Ultima modifica il Sabato, 20 Luglio 2019 13:21
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